Edgar Caracristi: il volo alare

C’è tutto a tergo delle pitture di Edgar Caracristi; ma, non si ha il bisogno di cercare dietro all’opera ciò che si suppone, perché la chiara lettura visiva, semplificata dal forte carattere segnico, descrive, con una proclive riservata interpretazione, la massima esaltazione dell’essere. Un’evoluzione aerea divide il verso della prospettiva sotto dissimili punti di vista. Caracristi, ci fa vedere nuovi spazi visivi -sospesi in cielo-, allettando l’occhio, nell’osservare da difformi vedute aeree, ad una sorta di romantica rappresentazione alare.
Una potenzialità eccezionale acuisce con facilità questi straordinari paesaggi. Questi nuovi spazi sospesi conquistano l’occhio umano: vedute, che fendono tecnicamente su nuovi piani prospettici, spiccano nell’etere come il volo alare dell’occhio di un volatile può osservare dall’eminente, le terre, i fiumi, i ponti e le polveri dei celesti corpi. Qui Caracristi, con massima definizione, sonda a fino la materia e l’uso minuzioso del colore. Ogni quadro divide il verso della prospettiva sotto dissimili fughe temporali, sfumando il tono e le tinte cromatiche attraverso vortici di luce, che si spengono a volte in lontananza in transitori vuoti atmosferici.
Una nuova romantica lettura posticipa così l’operato di Caracristi, custodendo con estrema ostilità e tenacia quelle sensazioni, e quelle idee che si avvicinano indistintamente ad un singolare vedere. L’impressione come senso o atto naturale, detta legge a quelle regole di vita che vanno rispettate nel pieno delle loro esigenze. Voglio dire con questo, che quelle nebbie mattutine, risvegliano i sensi estetici di un vedere, esaltando senza confini i valori di una pittura che merita il sommo giudizio critico. Non voglio usare altre parole chiave che cerchino di raccontare come sia questa beltà estetica. Mi limito a queste poche righe, per far chiara luce sul fatto che, dipinti come questi se ne ravvisano ben pochi nel nostro panorama coevo. Edgar Caracristi nasce a Parma nel 1972. Vive e lavora temporaneamente a Rovereto. (Foto: Velieri – E. Caracristi, 1998).

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