Picasso a Parigi

È veramente piena di sorprese la mostra delle sculture di Pablo Picasso presentata al Beaubourg, prima retrospettiva della sua opera scolpita. Piena di sorprese perché ancor più che nei quadri si coglie lo spirito del grande giocoliere, dell’artista inarrivabile che riesce a creare un’opera stracciando un foglio di carta, che sa divertirsi, e soprattutto che si dimostra una volta per tutte maestro di tutti. C’è davvero tutto il secolo in questa mostra, e non solo perché le trecento opere presentate sono allestite in ordine cronologico, in modo lineare e quasi didattico, ma soprattutto perché riconosci la fonte di ispirazione di molti, anche grandi, venuti dopo. E forse la sorpresa nasce proprio dal fatto che molte di queste opere sono poco o meno conosciute di gran parte dell’opera dipinta, con la quale si trovano continui riferimenti: il percorso scultoreo è proceduto di pari passo con la pittura, e peraltro ci sono momenti in cui questa tendeva alla multidimensionalità così come certe sculture tendono se non alla bidimensionalità almeno alla dimensione del puro rilievo.  
Data la grandissima mole del lavoro si tratta pur sempre di una selezione, ma di una selezione eccezionale, resa tale, come si diceva, dalla relativa latitanza di quste opere o, per usare le parole della presentazione, perché si tratta di “uno dei segreti meglio conservati del ventesimo secolo”. Carta, cartone, ferro, gesso (lavorato a mano o con stampi), legno, oggetti d’uso (dalle posate agli attrezzi da lavoro), sabbia, bronzo, ceramica, lamiera: con questi materiali percorre la sua vita e le sue passioni, la figura umana – la donna innanzitutto – gli animali, gli strumenti musicali, dagli assemblaggi cubisti alle ultime lamiere e terrecotte, sempre alla ricerca di qualcosa; sono incredibili gli strumenti musicali, chitarre, violini soprattutto, spesso presenti in doppia versione di maquette in carta e nella realizzazione definitiva, così come i grandi ritratti sono presenti sia in gesso che in bronzo, sempre da guardare da più angolazioni e nei particolari che si rivelano spesso sorprendenti e decisivi nella comprensione della genesi stessa dell’opera.

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