Arnold Dall’O. Lo stato informale

Arnold Dall’O, classe 1960. Cerchiamo di affrontare con ragione le opere di Arnold Dall’O. Una comunicazione che trascende e svetta nella fantasia, riprende l’area di un’immagine o più immagini che gelano tra l’ambiguità e il fascino dei simbolismi concettuali. Equipollenti sinergie dominano i piani in superficie cercando il ricordo come ripresa di un’entità. Le apparenze si sovrappongono facendo risalire sullo spazio piano i volti, le figure umane in azione. Gesti marcati che descrivono lo stato informale dell’essere o delle cose, scemano i ricordi in un turbinare di eventi spesso presenti nelle vigenti azioni. Sono indubbiamente ricche le opere di Arnold Dall’O. I simbolismi che rispettano il corso delle evenienze chiedono il “chi” e spiegano il “perché” dei fatti.
Le molteplici azioni creano nei quadri una certa instabilità psicologica, ma nell’insieme dipingono di continui movimenti l’opera dell’artista. Non voglio negare che la vergine tecnica della tradizione stia scomparendo nell’effettivo linguaggio della nuova contemporaneità, ma Dall’O lo fa capire. Arnold Dall’O nasce a Bolzano. Studia all’Accademia di Belle Arti a Venezia con Emilio Vedova, successivamente dopo aver acquisito l’attestato si trasferisce a Vienna. Presso l’Accademia estiva di Salisburgo diventa uno degli assistenti di Vedova e di Sandro Chia. Insegna design della comunicazione all’Accademia di Design di Bolzano. Il suo operato altalena tra Vienna e Bolzano. Cito alcune esposizioni collettive e personali dell’artista: 1993 Salisburgo, Galleria Museum AR/GE Kunst 1994 Vienna, Galleria Lindner 1994 Basilea, Art Basel Schweiz 1997 Milano, Galleria Blu, Libero Blu 2000 Trento, Palazzo Trentini, La vetta e gli orizzonti. (Foto: Keep out of children’s reach – 1998 (particolare). Pittura, stampa di linoleum e serigrafia su tela. Cm 135x100x7).