Marino Marini, il volto dell’antieroe

Solo Essenza è stato l’ancestrale intervento dell’artista e l’antieroico volto ne ha designato l’evento, così penso. E Marino Marini affermò: “..mi è quasi penoso parlare del mio lavoro. Posso riconoscermi (in o tra) tre diverse preoccupazioni. Prima di tutto il ritratto. Nel ritratto ho sempre cercato di dare, più che l’espressione o il carattere della persona..la sua ‘poesia’. Il cavaliere, Marino Marini.Non c’è volto umano in questa ‘poesia’ non sia come racchiusa, annidata, solidificata in un tratto, in una prominenza, in una lieve cavità: l’artista deve poterla riconoscerla. La figura o meglio la statuaria impone, invece, una più vasta ricerca di forme, di linee, di masse. Nella figura, mi propongo di approfondire, nell’insieme sempre più unito, più fermo e pure libero e sciolto, il giuoco naturale dei volumi. Ma, tutto sommato, che cos’è una statua, un ritratto, un gruppo, se non un ‘giocattolo’? Un giocattolo che è per la civiltà ciò che il cavalluccio di legno è per il bambino. Un bronzo, bisogna saperlo carezzare amorosamente, come una bambola. L’arte, è un giuoco”. Franco Rella ne ha parlato così: “..rimettendomi davanti all’opera di Marino Marini non ho provato soltanto la meraviglia di fronte a un artista immenso, che si è mosso utilizzando con uguale maestria, come forse al solo Picasso è riuscito, tutti i mezzi espressivi delle cosiddette arti figurative – pittura, grafica, scultura. Il cavallo, Marino Marini.La sua opera mi si è presentata come un viaggio misterioso verso un centro, un luogo non ancora del tutto esplorato, che via via mi sono convinto essere il luogo stesso dell’arte del nostro secolo.. ..azzardo un’ipotesi: ed è su questo problema che intendo riflettere..” Marino Marini è nato a Pistoia e morto a Viareggio nel 1980. Gran Maestro Membro dell’Albo d’Oro del Senato Accademico di questa Accademia. Interessante è comprendere come Marino Marini si rapportò con il “mito” proprio per svelare quel luogo misterioso fatto di opposti quasi inconciliabili. Nelle figure di Marino si intravede in modo mirabile quella tensione irrisolta e irrisolvibile nella lacerante duplicità degli eventi. Sono figure quelle di Marini che dimostrano la perdita di uno spazio reale e autentico. Marini comunica la tragedia dell’arte moderna dandoci la possibilità di rifondare un senso nuovo che abbia un’effettiva corrispondenza tra le immagini e le nostre parole e le cose del mondo. Nell’arte di Marini emerge così il carattere più profondo dell’esistenza: fragile e stupenda allo stesso tempo. Ritratto di Igor Stravinsky – Bronzo, h. cm 32. Milano, Civico Museo di Arte Contemporanea.Ci mostra senza ambiguità che l’abitudine è povertà di senso, ovvero perdita d’identità “come quella che perdiamo con il nostro volto esposto alla corrosione del vento”. Passato e presente sembrano diventare la stessa cosa: solo la ricerca profonda e meditata con l’essenza del fare e del volere ci può riportare al mondo tanto sognato e che oggi appare perduto. Questo coraggio di accostare all’interno di un messaggio passato e presente, pone Marino Marini come colui che ci svela un’opportunità di riscatto, di rivincita con l’avversità del male. I valori compositivi confluiscono nella storia irrazionale di un percorso immagianario che è più vero della stessa realtà. La scultura di Marini diventa frammento dell’essere, storia di un passato ritrovato; storia che deve essere rivalutata e ripresa in senso autentico per correggere gli sbagli di un presente lontano ed irreale. Marini affonda sul passato per comprendere il presente; perché il passato viene visto nella sua identità antimonumentale. Scultura come figura “dell’antieroe”; dell’uomo di tutti i giorni che affronta la vita con domande e dubbi. La superficie è rude , segnata dal cammino degli eventi. Le forme sono anticlassiche e dalle proporzioni arcaiche; la materia si fa viva, matrice portante del costrutto. Il primitivo sottolinea il valore eterno delle forme espressive primordiali, ossia precedenti alle strutture teoriche dei diversi rinascimenti.

Segnaliamo un volume, per chi volesse arrivare a conoscere l’excursus di Marino Marini: Marino Marini le opere e i libri a cura di: Flaminio Gualdoni, testi di: Flaminio Gualdoni e Paolo Campiglio. Edizioni Electa – Milano, 1998, 105 pp. 25×28 cm. ill. b/n e col. lingua: italiano. Il volume ripercorre l’opera e la vita di Marino Marini (Pistoia 1901-Viareggio 1980) attraverso un percorso dettagliato di tutta la produzione grafica, illustrazioni, scritti e recensioni, cataloghi e pubblicazioni.