Giuseppe Debiasi e il celato gesto dei mezzadri

Nel travolgere dei racconti mondani, il sangue contadino ancora caldo ribolle nelle parodie vitali delle genti e negli austeri e silenziosi animi. Si esamina con interesse l’edificante operato di Giuseppe Debiasi, e ciò che ha colpito è la proprietà espressiva e l’evocativo potere del gesto segnico colto e creatosi sulle superfici operate.
“Storie di Paese ” è un’attenta anima che sterra in un apparente mondo contadino, che dà limite a un ciclo pittorico il quale corre da anni in questa sequela. Si è attinto da questo vigore dialettico che il contenuto delle azioni e gli esamini gesti che appartengono alla microcosmica quotidianità contadina, anelano ancora dall’indulgere dei fatti.
Dai celati segreti del vissuto e del vivente, il cittadino ha sempre richiamato la curiosità nell’apprendere ciò che il contadino insegna, istruendosi così dei segreti delle arti colone. Debiasi è riuscito in natura a entrare in quest’illuminante circuito patrimoniale. Il lavoratore della terra è circondato da un enorme mondo formato da anime, visioni e fantasmi dialettali dove le macchine contadine fanno da motore al voluto gesto dei mezzadri. L’utensile e la velocità espressa dello stesso, non nega l’usura e l’apparente mole di lavoro dettata dallo scorrrere del tempo. Segni, tracce ed empirici circuiti costruiscono un’attenta analisi di quello che stà dietro all’informale spiritualità del contadino.
Un plastico gesto riesce a spaziare l’anima dell’uomo dalle pratiche totemiche, le quali richiamano in vita l’oggetto, manovra liberatrice e osso dominante della struttura pittorica. Nel 1987 Flaminio Gualdoni parla di tavole antropologiche di coltissima precisione. Giuseppe Debiasi di recente ha esposto in una piazza la sua macchina accidentata, e, prima ancora, per un atto di protesta brucia parte delle sue tele. Giuseppe Debiasi nato ad Ala di Trento nel 1947 e residente a Brancolino di Nogaredo (TN), si è diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Venezia. Nel 1986 ha partecipato alla XI Quadriennale d’arte, sezione Arte di figurazione, Palazzo dei Congressi, EUR, Roma. (Foto in alto: Taola con renga – foto in basso: El car).